I valori del cibo che stiamo divulgando vengono messi in pratica ogni giorno nell’agricoltura biologica.
Il cibo biologico non solo fa bene a chi lo mangia, ma anche a coloro che vivono nei pressi delle coltivazioni biologiche, dove l’ambiente viene tutelato dall’uso di pesticidi e diserbanti.
L’agricoltura biologica è conoscenza, ricerca e innovazione.
Per il terzo podcast su Cibo di Valore, con Cristina Micheloni approfondiamo l’agricoltura biologica, tra tradizione e innovazione: Ascoltalo qui.
Il cibo non ha valore se non fa bene e se non fa passare la fame a tutti: una fame non solo fisica, ma anche di informazione, conoscenza e consapevolezza.
Cristina è agronoma, ricercatrice e presidente di AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, nostro partner nel progetto Primi Mille Giorni.
Per AIAB i principali valori del cibo sono sostenibilità e connessione tra gli attori del sistema agroalimentare: ciò implica circolarità. Altri valori sono l’autenticità e la comunicazione completa e non propagandistica tra agricoltore e consumatore finale.
Cosa fa AIAB e cosa condivide con Fondazione Comitans?
AIAB è un’associazione che riconosce nell’agricoltura biologica un modo per far stare bene ambiente, agricoltori e consumatori, non solo dal punto di vista della salute ma anche socialmente e economicamente:
- Fornisce conoscenza a tutti, agricoltori, trasformatori, consumatori (i cittadini), affinché possano fare bene il loro lavoro e le loro scelte: l’agricoltura biologica è intensiva di conoscenza e non di fertilizzanti.
- Promuove attività di formazione negli istituti agrari e nelle università e segue progetti di ricerca applicata.
Con Fondazione Comitans condividono diverse finalità. Avendo come focus il benessere dei primi mille giorni di vita, viene coinvolta la famiglia in un momento cruciale per costruire l’approccio ad abitudini sane. In questa fase della vita, gli adulti sono più attenti alle tematiche ambientali e inerenti la salute: è un momento strategico per proporre ed introiettare abitudini sane.
One Health: o stiamo tutti bene, o non sta bene nessuno
Oggi all’agricoltura viene chiesto molto sul piano ambientale e nutrizionale. One Health comporta richieste molto impegnative: richiede abbastanza cibo per tutti sia in termini di quantità che di qualità, gestione dell’ambiente, tutela del suolo, riduzione delle emissioni, non uso di gas climalteranti, tutela della biodiversità. Il biologico prova a tenere insieme tutte queste produzioni di beni, servizi e capacità di adattamento all’ambiente e al clima che cambia molto velocemente.
Cibo sostenibile, circolare e connesso
I giovani agricoltori biologici, tendenzialmente persone molto preparate e con titolo di studio elevato, si sforzano di considerare tutti questi aspetti, puntando su un orizzonte temporale non annuale ma più lungo possibile.
Una visione globale
Vista la circolarità del ciclo alimentare di produzione e consumo, si cerca una visione internazionale, perchè le singole attività hanno effetti su tutto il mondo. Un allevamento intensivo di polli grava sulle forniture di cibo a base di soja dell’America Latina, il che comporta deforestazione e trasporto oltreoceano, con le ben note e devastanti conseguenze a livello ambientale. L’allevamento bio non è intensivo e nutre il bestiame con cibo prodotto localmente, il che però richiede programmazione a lungo termine.
Il cibo di valore arricchisce l’ambiente da cui proviene, produce fertilità nel suolo, crea biodiversità, tutela l’acqua e l’aria, tutela socialmente e economicamente le comunità produttive, creando con loro un rapporto virtuoso.
La qualità nutrizionale è anche nel rispetto e nell’autenticità di questi valori.