La sfida che ci lascia Edward Wilson, padre della biodiversità

LA BIODIVERSITÀ È LA VARIETÀ DI ORGANISMI CHE VIVONO E INTERAGISCONO SUL NOSTRO PIANETA, NEI DIVERSI ECOSISTEMI. SPESSO DIMENTICHIAMO L’IMPORTANZA CHE LA BIODIVERSITÀ RIVESTE PER MANTENERE LA VITA SULLA TERRA COSÌ COME LA CONOSCIAMO. LA PRESSIONE E LO SFRUTTAMENTO CHE ESERCITIAMO SUGLI ECOSISTEMI E SULLE SPECIE VIVENTI, INFATTI, NE ALTERA E COMPROMETTE IL FUNZIONAMENTO. 

“A meno che l’umanità non impari molto di più sulla biodiversità globale e non si impegni rapidamente per proteggerla, perderemo presto la maggior parte delle specie che formano la vita sulla Terra”. Sono parole del famoso biologo, ricercatore e divulgatore scientifico, Edward Orson Wilson, scomparso il 27 dicembre scorso, all’età di 92 anni.

Entomologo, specializzato nello studio delle formiche, di cui scoprì circa 400 specie, era stato definito “padre della biodiversità”. Fu tra i primi a sostenere che la distruzione degli ecosistemi stava portando ad estinzioni di massa. Dalla fine degli anni ‘80, contribuì a diffondere la parola biodiversità. Nella sua lunga vita, ha realizzato importanti studi sulla biogeografia, etologia e bioconservazione. Premiato con numerosi riconoscimenti, tra cui due premi Pulitzer, da decenni si batteva per la salvaguardia ambientale. Riteneva che distruggere la foresta pluviale per un guadagno economico, fosse come bruciare un dipinto del Rinascimento per cuocere la cena. 

Aveva indagato il termine biofilia, ovvero la tendenza a connettersi con tutto ciò che è vivo e con la natura. Negli anni ‘70, le sue teorie sulla sociobiologia, legando evoluzionismo e comportamenti sociali, scatenarono polemiche. I suoi studi sugli insetti e sui super-organismi (formicai, termitai, alveari) lo portarono a riflettere anche sull’evoluzione umana che arrivò a considerare frutto di compromessi tra interessi individuali e di gruppo, tra competizione e cooperazione.

Dovremo sviluppare un ordine mondiale migliore di quello che abbiamo ora, che io chiamo la nostra civiltà da “Guerre Stellari”. Abbiamo emozioni dell’età della pietra, istituzioni medievali ed una tecnologia che ci rende simili a divinità”.

Wilson era convinto che bisognasse avvicinare i giovani e le persone alla natura, perchè non si può proteggere o amare ciò che non si conosce. Da qualche anno, aveva lanciato un progetto ambizioso e visionario, chiamato Half-Earth, per assicurare la salvaguardia del Pianeta: proteggere il 50% delle terre e degli oceani della Terra, al fine di salvare l’85% delle specie dall’estinzione.  Il primo passo di questo progetto è quello di mappare le specie e la biodiversità nel mondo, in modo da individuare le aree con le maggiori opportunità di conservazione. I dati raccolti, serviranno a prendere decisioni informate per la protezione e conservazione della biodiversità. Un approccio che, a partire dalla ricerca scientifica, invita ad attivarsi in maniera collettiva ed ambiziosa. E’ la sfida che Wilson ci lascia.

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Fonte immagine: sito di Half-Earth

Il mondo sarà gestito da persone in grado di mettere insieme le informazioni giuste, al momento giusto, di riflettere in modo critico e di fare scelte importanti con saggezza”.

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