La corretta nutrizione e la sana alimentazione nei primi mille giorni di vita, che va dalla fase di concepimento fino ai due anni di vita del bambino, è fondamentale per ridurre da adulti la possibilità di contrarre malattie. Fondazione Comitans, per aiutare i giovani genitori a orientarsi nel mondo della nutrizione, si è dotata di una bussola chiamata “cibo di valore”, cioè
un cibo che deve avere un alto valore nutrizionale, ma anche essere accessibile a tutti e sostenibile.
Ovviamente seguire una sana alimentazione e quindi orientarsi attraverso la bussola del cibo di valore vale non solo per i giovani genitori e i loro bambini, ma per tutte le persone adulte, perché se è vero che è fondamentale seguire una corretta alimentazione nei primi mille giorni, è comunque importante farlo anche nella fase adulta. Possiamo quindi dire che la bussola del cibo di valore vale per chiunque abbia a cuore la propria salute e quella della Terra.
Come funziona questa bussola? Fondazione Comitans definisce il cibo di valore tramite otto aggettivi:
di qualità – inclusivo – accessibile – circolare – sostenibile – connesso – consapevole – adeguato.
Andremo ad analizzare in queste settimane ognuno di questi otto aggettivi. Oggi partiamo dal significato di “circolare”. Che cosa significa?
Intessere una relazione di reciprocità tra la terra e chi la coltiva, coinvolgendo anche il consumatore, in un percorso circolare che aiuta a riscoprire l’importanza del dono della natura.
Per comprendere meglio cosa significa possiamo prendere in prestito il concetto di “One Health”, che significa letteralmente “una sola salute”, un modo per riconoscere che la salute delle persone e la salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente e richiedono approcci e sforzi globali per progettare politiche, leggi e ricerche in cui i diversi settori cooperino per raggiungere i migliori risultati.
Il concetto di One Health è stato sviluppato per rispondere alla diffusione di gravi malattie infettive attraverso un approccio integrato alla salute e si è poi allargato fino a comprendere l’ambiente nel suo complesso dal momento che le persone, il mondo animale e l’ambiente sono tutti parte dello stesso sistema.
La salute, quindi, non è un fatto individuale, ma qualcosa di sistemico.
Per quanto il nostro personale stile di vita vada alla ricerca di benessere attraverso il consumo di verdure, lo sport, la meditazione e molte notti di sonno della durata minima di otto ore, a influenzare la salute ci sono anche l’aria che respiriamo e il suolo su cui crescono le piante.
Di recente abbiamo pubblicato la “Guida alla nutrizione durante i Primi 1000 Giorni” e per scriverla abbiamo intervistato diversi esperti, tra i quali Alberto Orgiazzi, biotecnologo e ricercatore. Come lui stesso ci ha detto “un cibo sano è prodotto in modo rispettoso su un terreno sano”. Il suolo è qualcosa di vivo. Non ci vivono solo i noti lombrichi o le talpe, è popolato da un infinito numero di microrganismi come funghi e batteri.
“Proprio il fatto che il suolo sia vivo lo rende fragile – come ci ha detto Luca Montanarella, Senior Expert della Commissione Europea -. La biodiversità del terreno è molto più complessa di quella della superficie e una varietà e una vastità di organismi sono ancora largamente sconosciuti. Consideriamo che il 95% degli alimenti prodotti su scala globale proviene dal suolo: è evidente il nesso tra la sua qualità e la qualità degli alimenti e, di conseguenza, il nesso con la salute e la vita sulla terra.”
Dal suolo non arrivano solo la frutta e la verdura di cui ci nutriamo direttamente, ma anche le piante che nutrono gli animali che entrano poi nella nostra alimentazione. “I microrganismi del suolo sono fondamentali per le piante. Funghi e batteri, per esempio, entrano in simbiosi con le radici e aiutano la crescita. Otto piante su dieci hanno un microrganismo simbiotico nelle loro radici, ma questo spesso lo ignoriamo. Purtroppo, come tante altre parti del nostro pianeta, anche il suolo non sta benissimo negli ultimi tempi. Da un lato c’è il cambiamento artico e l’erosione del suolo. Dall’altro c’è contaminazione e l’inquinamento dei terreni, ovvero la perdita di suolo a causa di eventi atmosferici estremi – specifica Luca Montanarella -.
Tutti questi fattori hanno un impatto diretto sulla qualità del cibo e un conseguente impatto indiretto sulla nostra salute”.
Come si può garantire tutto questo? Diffondendo la conoscenza tra i consumatori e i cittadini, perché possano scegliere con consapevolezza. Siamo coscienti che stare attenti a ogni aspetto sia complesso, quando per esempio si va a fare la spesa, ma non possiamo pensare che il cambiamento che ci aspettiamo avvenga senza un minimo sforzo.
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